La Juventus

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view post Posted on 8/11/2008, 15:50




La Juventus Football Club (dal latino iuventus[2], it. gioventù, pron. IPA: /juˈvɛntus/), meglio nota come Juventus e informalmente come Juve, è una società calcistica di Torino. Fondata nel 1897 come Sport Club Juventus da giovani studenti liceali torinesi[3], milita nella massima categoria del campionato di calcio italiano (dal 1929 denominata Serie A) sin dalla sua fondazione, eccezion fatta per la stagione 2006–2007. Nel calcio la squadra rappresenta il capoluogo piemontese insieme al Torino Football Club 1906, fondato da soci dissidenti della formazione bianconera. La squadra si allena al centro sportivo Juventus Center di Vinovo, cittadina poco fuori Torino[4].

Le origini della società sono poco chiare, tenuto conto che alla fine del XIX secolo lo sport non era sufficientemente diffuso in Italia per catturare l'interesse della stampa. L'unico scritto considerato "ufficiale" che attesti con certezza la nascita della Juventus venne redatto da uno dei suoi fondatori, Enrico Canfari, e pubblicato dalla rivista istituzionale del club torinese sul finire del 1915[3].

Terza società di calcio italiana per antichità tra quelle in attività oggi[5], la Juventus è la formazione più blasonata del paese[6] ed una delle più vittoriose e prestigiose d'Europa e del mondo[7] con un totale di 51 trofei ufficiali vinti: 40 trofei a livello nazionale[6] e 11 trofei a livello internazionale[8]. In quest'ultimo ambito la compagine bianconera è la seconda squadra italiana, la terza squadra europea e la sesta a livello mondiale per numero di titoli vinti e ufficialmente riconosciuti da ciascuna delle sei confederazioni continentali affiliate alla FIFA, in questo caso l'UEFA[7].

Prima squadra italiana e latina ad avere vinto la Coppa UEFA (edizione 1976–1977)[9], la Vecchia Signora – come è nota in patria ed all'estero – è l'unica società calcistica al mondo ad avere vinto tutti i tornei e coppe ufficiali a livello internazionale[8][10]. Inoltre nel 1985, aggiudicandosi la Coppa dei Campioni, divenne la prima squadra a vincere le tre maggiori competizioni UEFA[11], un traguardo che in seguito sarebbe stato raggiunto unicamente da altre due squadre, l'Ajax nel 1992 e il Bayern Monaco nel 1996.

Secondo una ricerca effettuata dalla società demoscopica Demos e pubblicata nel giornale La Repubblica nell'agosto 2008, la Juventus, una delle squadre con il maggior seguito di tifosi al mondo[12], è anche la prima squadra d'Italia per numero di sostenitori con il 32,5% delle preferenze, in aumento rispetto agli ultimi anni[13]. Al pari di quella dell'Inter, la tifoseria juventina ha una diffusione geografica eterogenea sul territorio nazionale[14].

La compagine torinese, legata dagli anni venti alla famiglia Agnelli, è anche uno dei membri fondatori dell'Associazione dei Club Europei (ing. ECA), un'organizzazione internazionale nata al posto del G-14, e composta dai principali club calcistici consorziatisi per ottenere una tutela comune dei diritti sportivi, legali e televisivi di fronte alla FIFA.

STORIA:
Il 1º novembre 1897 nacque a Torino lo Sport Club Juventus grazie all'idea di alcuni studenti del Liceo Classico "Massimo D'Azeglio", che erano soliti ritrovarsi su una panchina oggi custodita nell'attuale sede del club[15]. La prima maglia della squadra era rosa, con cravatta o papillon nero, e nel 1903 divenne bianconera[16].

Nel 1900, con il nome di Foot-Ball Club Juventus[17], la società si iscrive al suo primo campionato nazionale, ma è eliminata nel suo debutto dall'Foot-Ball Club Torinese[18].

Il suo primo titolo nazionale arrivò dopo cinque anni, giocando allo Stadio Velodromo Umberto I della capitale sabauda[3]. Il presidente societario era l'imprenditore svizzero Alfred Dick, che però, dopo alcune accese discussioni di spogliatoio, decise di lasciare la Juventus, e fondò, assieme ad un gruppo di soci dissidenti, il Foot-Ball Club Torino[19], segnando così l'origine della più antica rivalità del calcio italiano e l'inizio di una serie di problemi finanziari ed, ulteriormente, sportivi che condussero alla squadra quasi alla retrocessione in Promozione nel 1913[20].
Con la fine della Grande Guerra una Juventus rinata grazie ai suoi presidenti Giovanni Hess e Corrado Corradini, tra 1914 e 1920, migliorò il suo piazzamento in campionato fornendo anche alcuni giocatori alla Nazionale maggiore, tra loro il portiere Giovanni Giacone[21].

Il proprietario della FIAT Edoardo Agnelli assunse il controllo della società nel 1923 e nello stesso anno costruì un nuovo stadio per il club: lo Stadio di Corso Marsiglia, il primo impianto sportivo italiano ad essere stato realizzato interamente in cemento armato[3]. Poi, con l'arrivo del primo allenatore della storia del club, l'ungherese Jenő Károly, e giocatori del livello del suo connazionale Ferenc Hirzer e Carlo Bigatto I – il primo capitano della storia bianconera –, i bianconeri vincono il loro secondo tricolore nella stagione 1925–1926[3]. Dopo l'istituzione del campionato a girone unico alla fine degli anni 1920, la Juventus, già rafforzata con giocatori del calibro di Giovanni Ferrari, gli oriundi Raimundo Orsi e Luis Monti e, sopratutto, il celebre trio difensivo Combi-Rosetta-Caligaris[22]; conquistò cinque scudetti consecutivi, primato italiano, dalla stagione 1930–1931 alla stagione 1934–1935, la maggior parte sotto la guida tecnica di Carlo Carcano[23], uno dei precursori del Metodo[3], ed arrivando per ben quattro anni consecutivi alle semifinali nella Coppa dell'Europa Centrale con una rosa composta da giocatori che hanno rapresentato il nucleo della Squadra Azzurra nelle vittorie nella Coppa Internazionale – antesignane dell'attuale campionato europeo di calcio[24] – e la Coppa del Mondo del 1934, in cui hanno partecipato nove giocatori del club[25]. Nel frattempo (1933) la squadra fa il suo ingresso allo Stadio Comunale (l'attuale Stadio Olimpico)[26].

La scomparsa del presidente bianconero Edoardo Agnelli nel 1935 rappresentò la fine del Quinquennio d'Oro. Così, per il resto della decade e la maggior parte degli anni quaranta – dopo il secondo conflitto mondiale – la squadra bianconera, che adottò la denominazione Juventus durante l'italianizzazione, non riuscì a riprendersi lo scudetto nonostante il supporto di calciatori come Alfredo Foni e Pietro Rava – medaglie d'oro ai Giochi Olimpici di Berlino –, dell'albanese Riza Lushta, Pietro Magni e di Teobaldo Depetrini, chi hanno vinto la Coppa Italia nel 1938 (per la prima volta, in concomitanza con il secondo titolo mondiale degli azzurri), e nella stagione 1941–1942[1].

Nel 1945 la denominazione Juventus-Cisitalia[27], presa dalla società due anni prima durante la Seconda Guerra Mondiale, fu mutata in Juventus Football Club[27]. L'avvocato Giovanni Agnelli ricoprì la carica di presidente del sodalizio torinese nel 1947 e, dopo una serie di riforme all'interno del club, i bianconeri, con giocatori del calibro di Carlo Parola e Giampiero Boniperti, aggiunsero altri due scudetti al loro palmarès nelle stagioni 1949–1950 e 1951–1952, il secondo dei quali guidati dall'inglese Jesse Carver.
Nel 1956 diviene presidente suo fratello Umberto Agnelli, fratello dell'Avvocato. Durante la sua carica nel club si aprì un nuovo ciclo di vittorie grazie al supporto del Trio Magico composto da Boniperti, dal gallese John Charles e dall'argentino di origine italiana Omar Sivori[29], primo calciatore militante nella massima divisione calcistica d'Italia riconosciuto come giocatore europeo dell’anno nel 1961. Fu nella stagione 1957–1958 che la società bianconera ricevette per la prima volta la Stella d’Oro al Merito Sportivo dopo essersi aggiudicata per dieci volte il campionato nazionale[30]. La squadra bianconera si aggiudicherà anche gli scudetti delle stagioni 1959–1960 e 1960–1961 e due Coppe Italia nelle stagioni 1958–1959 e 1959–1960.

Nel resto del decennio la squadra bianconera vinse il campionato solo una volta, nella stagione 1966–1967, sotto la giuda tecnica del paraguayano Heriberto Herrera, uno dei precursori in Italia del Movimiento, un schema tattico predecessore al calcio totale olandese che applicò nella cosidetta Juve Operaia.

Il 13 luglio 1971 l'ex simbolo bianconero Giampiero Boniperti diventò presidente del club. Sotto la guida tecnica dell’ex giocatore ceco Čestmír Vycpálek la Juventus conquistò lo scudetto nelle stagioni 1971–1972 e 1972–1973, arrivando alla sua prima finale in Coppa dei Campioni con giocatori del calibro di Roberto Bettega, Franco Causio e Giuseppe Furino. Con l'allenatore Carlo Parola vinse il campionato 1974-75 ed, ulteriormente, con l'ex calciatore Giovanni Trapattoni, quasi al debutto come allenatore, i bianconeri vinsero sei scudetti tra 1976 e 1986 per un totale di nove scudetti in quindici anni, recivendo la seconda Stella d'Oro al Merito Sportivo nel 1982 dopo il trionfo del suo ventesimo titolo nazionale. A livello internazionale, la Juventus conquistò tutti i campionati ufficiali per club, record mondiale[10]: una Coppa dei Campioni – nella sua seconda finale in tre stagioni –, una Coppa delle Coppe, una Coppa UEFA – l'unica vittoria internazionale di un organico composto interamente da calciatori italiani – una Supercoppa Europea ed una Coppa Intercontinentale tra 1977 e 1985 grazie a calciatori del livello del francese Michel Platini – eletto per tre volte consecutive miglior calciatore europeo –, il polacco Zbigniew Boniek, il portiere Stefano Tacconi e il sammarinese Massimo Bonini; essendo inoltre la prima società a mettere in bacheca le tre principali competizioni europee per club[11], ricevette dall'Unione delle Federazioni Calcistiche Europee la Targa UEFA (ing. The UEFA Plaque) nel 1987[11]. In quegli anni la Juventus si avvalse di grandi campioni che rappresentavano in tale tempo l'ossatura della nazionale durante il ciclo d'Enzo Bearzot[31], tra i quali Dino Zoff, Gaetano Scirea, Antonio Cabrini e Paolo Rossi, Pallone d'Oro nel 1982, tutti vincitori della dodicesima edizione della Coppa del Mondo[31].
Fra il 1987 e il 1990, la Juventus attraversò una serie di stagioni non esaltanti nelle quali non vinse il campionato. L'avvocato Vittorio Caissotti di Chiusano arrivò alla presidenza del club nel 1990, anno dell'inaugurazione dello Stadio delle Alpi. La squadra torinese, allenata dal ex-portiere Zoff, conquistò la Coppa Italia per l'ottava volta battendo in finale il Milan di Sacchi e la Coppa UEFA della stessa stagione. Nella stagione successiva Zoff lasciò il posto all'emergente allenatore Gianluigi Maifredi, il quale, nonostante l'arrivo di giocatori del calibro di Roberto Baggio (Pallone d'oro nel 1993), il brasiliano Júlio César, Paolo Di Canio e il tedesco Jürgen Kohler, non superò il settimo posto in campionato.

Con il ritorno di Trapattoni, la Juventus vinse la sua terza Coppa UEFA nel 1993 con una squadra che comprendeva, tra gli altri, il tedesco Andreas Möller, Gianluca Vialli ed Antonio Conte[32].

Marcello Lippi divenne l'allenatore della Juventus all'inizio della stagione 1994–1995. La sua prima annata al timone della squadra fu di buon esito, in quanto riuscì a far riconquistare ai bianconeri lo scudetto che mancava in bacheca da nove anni. Si annoveravano tra le fila del club giocatori quali Ciro Ferrara, Gianluca Vialli, il francese Didier Deschamps e un allora giovane Alessandro Del Piero. La conquista dello storico double Scudetto-Coppa Italia, il secondo nella storia del club dopo quello della stagione 1959–1960, e la partecipazione in finale di Coppa UEFA nella stessa stagione hanno stati il preambolo ad un nuovo ciclo di trionfi in cui i bianconeri vinsero una Champions League e, rafforzati con giocatori del livello di Zinédine Zidane (giocatore europeo dell'anno 1998), l'uruguayano Paolo Montero, l'olandese Edgar Davids e Filippo Inzaghi, si aggiudicarono altre due titoli nazionali, due Supercoppe italiane, una Supercoppa europea ed una Coppa Intercontinentale (attuale Mondiale per club FIFA), arrivando ecluso ad altre due finali consecutive nella principale manifestazione europea fino al 1998. Nella stagione 1999–2000, sotto la guida di Carlo Ancelotti, i bianconeri vinsero la Coppa Intertoto dell'UEFA[10] e raggiunsero due secondi posti consecutivi nei campionati 1999–2000 e 2000–2001.
Lippi fece ritorno al club nel 2002 e con lui arrivarono giocatori di rilievo come Gianluigi Buffon, il ceco Pavel Nedvěd il francese Lilian Thuram ed il franco-argentino David Trézéguet, le cui prestazioni risultarono fondamentali per la vittoria di due scudetti e due Supercoppe italiane nelle stagioni 2001–2002 e 2002–2003. La squadra ottenne il quinto Scudetto in nove stagioni ed arrivò per la settima volta in finale di Champions League, la quarta in otto anni, nell'ultima stagione citata.

Il 28 maggio 2004 arriva sulla panchina bianconera Fabio Capello, ex centrocampista degli anni settanta al posto di Marcello Lippi, che invece fu chiamato ad allenare la futura Nazionale campione del mondo. Con lui in panchina arrivano a capoluogo piemontese calciatori del calibro del brasiliano Emerson, Fabio Cannavaro, il francese Patrick Vieira e lo svedese Zlatan Ibrahimović e la Juventus ottiene due primi posti al termine dei campionati 2004–2005, poi revocato, e 2005–2006, in séguito assegnato d'ufficio all'Inter.

Quell'ultima stagione è stata segnata dalla retrocessione in Serie B della compagine bianconera, per la prima volta nella storia della società, con 9 punti di penalizzazione, come conseguenza della sentenza conclusiva legata all'inchiesta sportiva sullo scandalo definito Calciopoli. Tuttavia la squadra, con un nuovo CdA presieduto dal dirigente aziendale Giovanni Cobolli Gigli, ritorna nella massima serie già nella stagione 2007–2008, dove, sotto la guida dell'allenatore romano Claudio Ranieri, conclude l'ultima stagione al terzo posto della classifica guadagnando l'accesso in agosto 2008 alla Champions League dopo due anni di assenza.


CRONOLOGIA:

* 1897 Fondazione dello Sport Club Juventus il 1º novembre a Torino. Adotta come divisa una maglia rosa con cravatta nera e calzoncini neri.
* 1898 Non prende parte al campionato nazionale.
* 1899 Cambia denominazione in Foot-Ball Club Juventus[17]. Non prende parte al campionato nazionale.

* 1900 Partecipa al III Campionato Federale di Prima Categoria. Non supera il Girone Eliminatorio Piemontese. Vince la Coppa del Ministero della Pubblica Istruzione.
* 1901 Arriva fino alla Semifinale del Campionato Federale. Vince la Coppa del Ministero della Pubblica Istruzione, ricevendo il Gonfalone e la Medaglia del Municipio dalla Città di Torino.
* 1902 2ª nel Girone Eliminatorio Piemontese dopo spareggio. Vince la Coppa del Ministero della Pubblica Istruzione e la Coppa Città di Torino.
* 1903 Adotta la attuale divisa composta di una maglia a strisce bianconere e calzoncini bianche. Finalista del Campionato Federale. Vince la Coppa Città di Torino.
* 1904 Finalista del Campionato Federale. Vince il Torneo di Trino Vercellese e la Coppa Universitaria.
* 1905 Campione d'Italia. Vince il Campionato di Seconda Categoria e la Coppa Luigi Bozino.
* 1906 Dimissione societaria e fondazione del Foot-Ball Club Torino[19]. 2ª nel Girone Finale del Campionato Federale per delibera della FIF avendo rinunciato a disputare la finale di spareggio a Milano col Milan Foot-Ball Club. Vince la Coppa Luigi Bozino.
* 1907 2ª nel Girone Eliminatorio Piemontese.
* 1908 2ª nel Girone Eliminatorio Piemontese del Campionato Italiano, Coppa Romolo Buni. Vince il Campionato Federale F.I.F. e due volte la Palla d'Argento Henry Dapples.
* 1909 3ª nel Girone Eliminatorio Piemontese del Campionato Italiano, Coppa Romolo Buni. Vince il Campionato Federale F.I.F..

* 1909/10 3ª nel Campionato a Girone Unico.
* 1910/11 9ª nel Campionato Ligure-Lombardo-Piemontese.
* 1911/12 8ª nel Campionato Ligure-Lombardo-Piemontese.
* 1912/13 6ª nel Girone Eliminatorio Piemontese. Ripescata per ammissione nel Girone Lombardo[20].
* 1913/14 2ª nel Girone Lombardo; 4ª nel Girone Finale del Campionato del Nord Italia.
* 1914/15 2ª nel Gruppo B del Campionato dell'Alta Italia (Girone Piemontese Centrale); 2ª nel Gruppo A del Girone Semifinale Interregionale.
* 1915/16 1ª nel Girone Piemontese Occidentale e 2ª nel Girone Finale della Coppa Federale di calcio[33].
Attività calcistiche sospesa dal 1916 al 1919 per cause belliche.

* 1919/20 1ª nel Gruppo A Piemontese; 1ª nel Girone B delle semifinali interregionali e 2ª nel Girone Finale del Campionato del Nord Italia.
* 1920/21 4ª nel Gruppo A del Girone Eliminatorio Piemontese.
* 1921/22 6ª[34] nel Girone A di Prima Divisione C.C.I. (Confederazione Calcistica Italiana).
* 1922/23 Sodalizio del Foot-Ball Club Juventus con la famiglia Agnelli il 24 luglio 1923[3]. 5ª nel Girone B di Prima Divisione.
* 1923/24 6ª[35] nel Girone A di Prima Divisione.
* 1924/25 3ª[36] nel Girone B di Prima Divisione.
* 1925/26 Campione d'Italia.
* 1926/27 3ª nel Girone Finale di Divisione Nazionale. Arriva fino al quarto turno eliminatorio[37] di Coppa Italia.
* 1927/28 4ª[38] nel Girone Finale di Divisione Nazionale.
* 1928/29 2ª nel Girone B di Divisione Nazionale[39]. Arriva fino ai quarti di finale della Coppa dell'Europa Centrale (o Mitropa Cup).

* 1929/30 3ª in Serie A.
* 1930/31 Campione d'Italia. Arriva fino ai quarti di finale della Coppa dell'Europa Centrale.
* 1931/32 Campione d'Italia. Arriva fino alla semifinale della Coppa dell'Europa Centrale[40].
* 1932/33 Campione d'Italia. Arriva fino alla semifinale della Coppa dell'Europa Centrale.
* 1933/34 Campione d'Italia. Arriva fino alla semifinale della Coppa dell'Europa Centrale.
* 1934/35 Campione d'Italia. Arriva fino alla semifinale della Coppa dell'Europa Centrale.
* 1935/36 5ª in Serie A. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia.
* 1936/37 Cambia denominazione in Juventus durante il processo dell'italianizzazione. 5ª in Serie A. Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia.
* 1937/38 2ª in Serie A. Vince la Coppa Italia. Arriva fino alla semifinale della Coppa dell'Europa Centrale.
* 1938/39 8ª in Serie A. Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia.

* 1939/40 3ª in Serie A. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia.
* 1940/41 5ª in Serie A. Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia.
* 1941/42 6ª in Serie A. Vince la Coppa Italia.
* 1942/43 Prende il nome di Juventus-Cisitalia[27] 3ª in Serie A. Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia.



* Campionato sospeso dal 1943 al 1945 per la Seconda Guerra Mondiale.
* 1944 2ª nel Girone Eliminatorio Ligure-Piemontese e 2ª nel Girone Ligure-Lombardo-Piemontese delle semifinali del Campionato di Guerra.
* 1945/46 Cambia denominazione e assume l'attuale nome di Juventus Football Club. 2ª nel Girone Finale della Divisione Nazionale.
* 1946/47 2ª in Serie A.
* 1947/48 3ª[36] in Serie A.
* 1948/49 4ª in Serie A.

* 1949/50 Campione d'Italia.
* 1950/51 3ª in Serie A. Finalista di Coppa Rio[41].
* 1951/52 Campione d'Italia. 3ª in Coppa Latina.
* 1952/53 2ª in Serie A.
* 1953/54 2ª in Serie A.
* 1954/55 7ª in Serie A.
* 1955/56 12ª[42] in Serie A.
* 1956/57 9ª in Serie A.
* 1957/58 Scudetto della stella (10°) Campione d'Italia. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia.
Avendo vinto dieci scudetti, riceve per la prima volta la Stella d'Oro al Merito Sportivo della Federazione Italiana Giuoco Calcio.
* 1958/59 3ª in Serie A. Vince la Coppa Italia. Eliminata nei sedicesimi di finale della Coppa dei Campioni.

* 1959/60 Campione d'Italia. Vince la Coppa Italia. Vince il Campionato di Martino.
* 1960/61 Campione d'Italia. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia (3° posto). Eliminata nei sedicesimi di finale della Coppa dei Campioni.
* 1961/62 12ª[43] in Serie A. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia (4° posto). Arriva fino ai quarti di finale della Coppa dei Campioni.
* 1962/63 2ª in Serie A. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia. Vince la Coppa Delle Alpi.
* 1963/64 5ª[34] in Serie A. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia. Arriva fino ai quarti di finale della Coppa delle Fiere. Vince la Coppa Città di Torino.
* 1964/65 4ª in Serie A. Vince la Coppa Italia. Finalista della Coppa delle Fiere. Vince la Coppa della Amicizia Italo-Spagnola.
* 1965/66 5ª in Serie A. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia. Eliminata nei sedicesimi di finale della Coppa delle Coppe.
* 1966/67 Campione d'Italia. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia. Arriva fino ai quarti di finale della Coppa delle Fiere. Adotta il rango di società per azioni (S.p.A) il 27 giugno 1967[44].
* 1967/68 3ª in Serie A. Eliminata nel 1° turno di Coppa Italia. Arriva fino alla semifinale della Coppa dei Campioni.
* 1968/69 5ª in Serie A. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia. Eliminata nei sedicesimi di finale della Coppa delle Fiere.

* 1969/70 3ª in Serie A. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia. Eliminata nei sedicesimi di finale della Coppa delle Fiere.
* 1970/71 4ª in Serie A. Eliminata nel 1° turno di Coppa Italia. Finalista della Coppa delle Fiere.
* 1971/72 Campione d'Italia. Raggiunge il Girone Semifinale di Coppa Italia. Arriva fino ai quarti di finale della Coppa UEFA.
* 1972/73 Campione d'Italia. Finalista di Coppa Italia. Finalista della Coppa dei Campioni.
* 1973/74 2ª in Serie A. Raggiunge il Girone Semifinale di Coppa Italia. Eliminata nei sedicesimi di finale della Coppa dei Campioni. Finalista della Coppa Intercontinentale[45].
* 1974/75 Campione d'Italia. Raggiunge il Girone Semifinale di Coppa Italia. Arriva fino alla semifinale di Coppa UEFA.
* 1975/76 2ª in Serie A. Non supera le eliminatorie di Coppa Italia. Eliminata negli ottavi di finale della Coppa dei Campioni.
* 1976/77 Campione d'Italia. Raggiunge il Girone Semifinale di Coppa Italia. Vince la Coppa UEFA.
* 1977/78 Campione d'Italia. Raggiunge il Girone Semifinale di Coppa Italia. Arriva fino alla semifinale della Coppa dei Campioni.
* 1978/79 3ª in Serie A. Vince la Coppa Italia. Eliminata nei sedicesimi di finale della Coppa dei Campioni.

* 1979/80 2ª in Serie A. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia. Arriva fino alla semifinale della Coppa delle Coppe.
* 1980/81 Campione d'Italia. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia. Eliminata nei sedicesimi di Finale di Coppa UEFA.
* 1981/82 Scudetto della stella (10°) Scudetto della stella (20°) Campione d'Italia. Non supera le eliminatorie di Coppa Italia. Eliminata negli ottavi di finale della Coppa dei Campioni.
Avendo vinto venti scudetti, riceve per la seconda volta la Stella d'Oro al Merito Sportivo della Federazione Italiana Giuoco Calcio.
* 1982/83 2ª in Serie A. Vince la Coppa Italia. Finalista della Coppa dei Campioni. Vince la Coppa Super Clubs[46].



* 1983/84 Campione d'Italia. Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia. Vince la Coppa delle Coppe.
* 1984/85 6ª[35] in Serie A. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia. Campione d'Europa. Vince la Supercoppa Europea[47].
Strage dell'Heysel il 29 maggio 1985 a Bruxelles (Belgio), dove morirono trentanove tifosi bianconeri.
È la prima società europea di calcio a centrare le tre principali coppe europee per club [11], ricevendo in riconoscimento la Targa UEFA (ing. The UEFA Plaque) dall'Unione delle Federazioni Calcistiche Europee nel 1987[11].
* 1985/86[48] Campione d'Italia. Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia. Arriva fino ai quarti di finale della Coppa dei Campioni. Campione del Mondo.
È la prima - ed unica tutt'oggi - società calcistica al mondo ad aver vinto tutte le coppe e campionati ufficiali per club a livello internazionale[10].
* 1986/87 2ª in Serie A. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia. Eliminata negli ottavi di finale della Coppa dei Campioni.
* 1987/88 6ª in Serie A[49]. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia. Eliminata nei sedicesimi di finale di Coppa UEFA.
* 1988/89 4ª in Serie A. Eliminata nel 2° turno di Coppa Italia. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa UEFA.

* 1989/90 4ª[38] in Serie A. Vince la Coppa Italia e la Coppa UEFA.
* 1990/91 7ª in Serie A. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia. Arriva fino alla semifinale della Coppa delle Coppe. Finalista della Supercoppa Italiana.
* 1991/92 2ª in Serie A. Finalista di Coppa Italia. Vince il Memorial Pierre Cesare Baretti.
* 1992/93 4ª in Serie A. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia. Vince la Coppa UEFA. Vince il Memorial Pierre Cesare Baretti.
* 1993/94 2ª in Serie A. Eliminata nei sedicesimi di finale di Coppa Italia. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa UEFA.
* 1994/95 Campione d'Italia. Vince la Coppa Italia. Finalista di Coppa UEFA.
* 1995/96 2ª in Serie A. Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia. Campione d'Europa. Vince la Supercoppa Italiana.
* 1996/97 Campione d'Italia. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia. Finalista di Champions League[50]. Vince la Supercoppa Europea. Campione del Mondo.
1997: Primo Centenario di fondazione istituzionale della Juventus Football Club (Il Juvecentus).
* 1997/98 Campione d'Italia. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia. Finalista di Champions League. Vince la Supercoppa Italiana.
* 1998/99 7ª[51] in Serie A. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia. Arriva fino alla semifinale di Champions League. Finalista della Supercoppa Italiana.

* 1999/2000 2ª in Serie A. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa UEFA. Vince la Coppa Intertoto[8].
* 2000/01 2ª in Serie A. Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia. Eliminata nella prima fase a gironi della Champions League.
* 2001/02 Campione d'Italia. Finalista di Coppa Italia. Eliminata nella seconda fase a gironi della Champions' League. È quotata sul listino della borsa italiana il 3 dicembre 2001[52].
* 2002/03 Campione d'Italia. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia. Finalista di Champions League. Vince la Supercoppa Italiana.
* 2003/04 3ª in Serie A. Finalista di Coppa Italia. Eliminata negli ottavi di finale di Champions League. Vince la Supercoppa Italiana.
* 2004/05 1ª in Serie A ma il titolo viene revocato al club per illecito sportivo[53]. Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia. Arriva fino ai quarti di finale di Champions League.
* 2005/06 20ª in Serie A su delibera della Commissione di Appello Federale nel luglio 2006 declassandola dal 1° posto ottenuto sul campo e retrocessa in Serie B per illecito sportivo dopo la mancata assegnazione dello scudetto[53]. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia. Arriva fino ai quarti di finale di Champions League. Finalista della Supercoppa Italiana.
* 2006/07 1ª in Serie B. Promossa in Serie A. Eliminata nei sedicesimi di finale di Coppa Italia.
* 2007/08 3ª in Serie A. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia.
* 2008/09 Stagione in corso.

COLORI:

È dal 1903 che la Juventus gioca in tenuta a strisce bianconere, con pantaloncini bianchi o talvolta neri[16]. In origine la maglia era di colore rosa con cravatta nera: il rosa era dovuto ad un'errata spedizione di maglie. Il padre di uno dei giocatori aveva prodotto le prime divise, ma i lavaggi causarono uno scolorimento così evidente che in quell'anno la società decise di cambiarle.

Secondo la leggenda, la società chiese ad uno dei membri, l'inglese John Savage, se poteva contattare qualcuno in Inghilterra in grado di fornire magliette dai colori più consoni e che resistessero meglio all'usura. Savage aveva un amico a Nottingham, il quale, essendo un tifoso del Notts County, spedì a Torino magliette a strisce bianconere[54].

SIMBOLI:

LO STEMMA:
L'emblema della Juventus ha subito di piccole cambiamenti e modifiche dal secondo decennio del secolo scorso[55]. L'ultima modifica all'emblema della Vecchia Signora si è verificata prima della stagione 2004-05[56]. Attualmente, l'emblema del club rappresenta uno scudo bianco e nero di forma ovale, il quale ha origine ecclesiastico, ed è diviso in cinque strisce verticali, due bianche e tre nere[56]. All'interno dello scudo si possono osservare i seguenti elementi: nella parte superiore il nome della società sovraimpresso a un'area bianca convessa sopra a una curva color oro, il quale simboleggia l'onore[56], nella parte inferiore la forma di un toro furioso, simbolo del comune di Torino, sormontato da una corona turrita, reminiscenza della citta in cui la società è stato fondata alla fine del XIX secolo[56].

In passato, la sezione convessa dell'emblema era di colore blu – un altro simbolo della capitale sabauda – ed era invece di forma concava[55]. Il vecchio scudetto triangolare e la corona murale, nella sezione inferiore, erano di dimensioni considerevolmente maggiori rispetto al presente e le due stelle dorate erano collocate sopra le sezioni concava e convessa dell'emblema[55]. Durante gli anni ottanta del secolo scorso il simbolo della squadra era una zebra alla cui testa erano affiancate le due stelle d'oro, Sopra quello stemma, il nome della società torinese a formare un arco.

L'INNO SOCIETARIO

L'inno ufficiale della Juventus Football Club si chiama Juve, storia di un grande amore, inciso dal cantautore emiliano Paolo Belli nel 2006. L'inno risuona ogni volta che la squadra bianconera disputa una partita di calcio allo Stadio Olimpico di Torino[57]. Esistono anche altre canzoni scritte per la squadra come Il cielo è bianconero, Vecchia Signora, Juve facci sognare e Magica Juve, tutte quelle a cura del compositore Francesco De Felice[58]. Da notare anche Juvecentus, canzone di autoria dal compositore Pierangelo Bertoli in occasione del 100mo anniversario di fondazione istituzionale del club nel 1997[59].

LO STADIO:

Dopo i primi due anni (1897 e 1898) in cui la Juventus giocò al Parco del Valentino e al Parco Cittadella[60], le partite interne si svolsero allo Stadio Piazza d'Armi fino al 1908 [60], a parte nel 1905 – anno del primo scudetto – e nel 1906, anni in cui si giocò al Velodromo Umberto I[60], sede del primo campionato italiano.

Successivamente, dal 1909 al 1922, la Juventus giocò le sue gare interne al Campo di Corso Sebastopoli per poi spostarsi dall'anno successivo e fino al 1933 al Campo di Corso Marsiglia, dove vinse quattro scudetti, di cui tre furono consecutivi[60]. Alla fine del 1933 iniziò a giocare al nuovo stadio "Benito Mussolini" (poi Stadio Comunale "Vittorio Pozzo" e infine Stadio "Olimpico" di Torino), inaugurato in vista dei Campionati Mondiali del 1934. In tale stadio giocò 890 partite di campionato per 57 anni fino al 1990[26]. Anche successivamente continuò ad allenarsi in questo stadio, fino a quando il Comune di Torino, nel 2003, lo cedette a titolo gratuito al Torino, affidando contemporaneamente il "Delle Alpi" alla società bianconera[61].
A partire dal 1990 e fino alla stagione 2005-06, la compagine torinese ha disputato tutte le gare interne allo Stadio delle Alpi, costruito in occasione dei Mondiali di Calcio Italia 1990 (anche se in rarissime circostanze, ha preferito disputare alcuni incontri in altri stadi, quali il Dino Manuzzi di Cesena, il Giuseppe Meazza di Milano e il Renzo Barbera di Palermo[61]).

Nell'agosto 2006 i bianconeri sono tornati a giocare nel "Comunale", ora con l'appellativo di stadio "Olimpico" dopo la ristrutturazione in occasione dei XX Giochi Olimpici Invernali, impianto capace di ospitare 27.500 spettatori[26].

LA JUVENTUS NELLA CULTURA POPOLARE:

Nel corso degli anni la Juventus Football Club è riuscita a imporsi non solo in ambito sportivo nazionale e internazionale ma anche nella cultura della propria nazione. La compagine bianconera fu la prima squadra italiana, al pari del Genoa, ad avere al seguito un "treno speciale" di tifosi in occasione di una partita di campionato disputata a Milano il 1º aprile 1906[67]. Il ventinovesimo Derby della Mole tra i bianconeri ed i granata del Foot-Ball Club Torino, disputatosi allo Stadio di Corso Marsiglia il 15 maggio 1932, è stato il primo evento calcistico ad essere stato trasmesso in diretta a tutto il paese dalla radio attraverso la voce del cronista Nicolò Carosio per l'Ente Italiano Audizioni Radiofoniche[68]. L'incontro di campionato tra la Juventus e il Milan del 5 febbraio 1950, trasmesso in diretta a livello nazionale nella voce del giornalista Carlo Balilla Bacarelli, rappresentò la prima telecronaca sperimentale del calcio italiano[69].

La gara tra la Vecchia Signora e la Roma di Fulvio Bernardini, disputata al Campo Testaccio il 15 marzo 1931, ispirò il primo fonofilm italiano relativo al calcio: Cinque a zero (1932), per la regia di Mario Bonnard[70], e il romanzo Le due città (1964), di Mario Soldati[71]. Altri film legati al nome della Juventus sono stati Vacanze in America di Carlo Vanzina (1984), nel quale si ha una partita tra studenti juventini e romanisti a Zabriskie Point, nella Valle della Morte (Stati Uniti)[72] e Santa Maradona di Marco Ponti (2001), nel quale c'è anche una scena ambientata allo Stadio delle Alpi durante una gara di campionato tra i bianconeri e l'Atalanta[73].

La poesia intitolata Madama Juve, scritta in lingua piemontese dal romanziere e giornalista Giovanni Arpino in omaggio al club, è stato incluso nel libro Opere (1992), un racconto della produzione di Arpino a cura dei poeti Giorgio Bàrberi Squarotti e Massimo Romano[74]. Tra altre le pubblicazioni dove la Juventus è citata e/o ha fatto da sfondo, va ricordato il primo romanzo dello scrittore e poeta Aldo Nove intitolato Puerto Plata Market (1997), nel quale la squadra bianconera rappresenta uno dei punti centrali nella vita del protagonista[75].

Più recentemente, nel 2003, i giornalisti Mario ed Andrea Parodi hanno voluto inserire i campionati 1976–1977 e 1977–1978, vinti della squadra bianconera guidata da Trapattoni, nel contesto storico e sociale della crisi politico-istituzionale dell'Italia di quegli anni nel loro libro In bianco e nero: una grande Juve negli anni del piombo[76].

La Juventus compare anche nel video di presentazione della città di Torino trasmesso a livello internazionale dalla NBC in occasione dei XX Giochi olimpici invernali (2006)[77].

All'estero la società torinese è ritratta con il nome di "F.C. Piemonte" nell'anime giapponese Captain Tsubasa Road to 2002 (2001) e con il suo nome originale per il manga omonimo[78]. È noto anche il coro da stadio It's just like watching Juve ("È proprio come vedere la Juve"), cantato dai tifosi del Notts County, club che vanta un legame storico con il sodalizio torinese, ogni volta che la loro squadra realizza una grande prestazione[79].

Tra le attività culturali del capoluogo piemontese legate alla Juventus e svoltesi in tempi recenti, va ricordata la mostra Juventus: 110 anni a opera di arte aperta in occasione dei cento dieci anni di fondazione della società bianconera[80], presentata a Palazzo Bricherasio dal 26 ottobre al 2 dicembre 2007 ed organizzata dalla fondazione omonima. Tale esposizione, curata dal critico d'arte Luca Beatrice, ha proposto una visione della storia, dei personaggi e dei successi della Juventus e il suo rapporto con la città di Torino attraverso un'analisi evoluta, artistica e culturale sul calcio[81].
« A Torino, invece, si respira Juventus un po' dovunque: la panchina di corso Re Umberto, il Liceo d’Azeglio, le varie sedi (Galleria San Federico, piazza Crimea e ora corso Galileo Ferraris), gli stadi (da piazza d’Armi al Comunale, dal Campo Combi al Delle Alpi che in molti cominciamo a rimpiangere), e poi le strade, i quartieri, da Mirafiori alla collina, da San Paolo alla Crocetta, c’è tanta Juve nella storia della capitale sabauda, un percorso che attraversa, decennio dopo decennio, l’arte e la cultura del Novecento. »

L'IMPEGNO IN CAMPO SOCIALE

La Juventus partecipa attivamente nel campo sociale e degli aiuti umanitari. Con il programma "Fatti e Progetti per i Giovani", la società torinese aiuta a migliorare le condizioni di vita e di studio dei giovani in patria[83] attraverso della creazione di un 'Centro di Accoglienza' per extracomunitari minorenni ed ospitare mamme in difficoltà, l'assegnazione – in collaborazione con la Facoltà di Economia dell'Università di Torino – di 10 borse di studio alla memoria di Giovanni Alberto Agnelli e l'appoggio ed il sostegno alle attività della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro[83]. Inoltre, la società bianconera partecipa, in collaborazione con l'Azienda Ospedaliera Regina Margherita-Sant'Anna di Torino, nel progetto "Crescere insieme al Sant'Anna"[84], il programma di ristrutturazione del reparto di Neonatologia Ospedaliera dell'Ospedale Sant'Anna [84].

Altro progetto comunitario della società bianconera è il "Centro di accoglienza" dedicato all'imprenditore Edoardo Agnelli, in collaborazione con l'Associazione Gruppi di Volontariato Vincenziano, realizzato per ospitare mamme in difficoltà[83].

Nel recente passato la Juventus si è occupata anche del recupero dell'Abbazia di San Gerolamo dell'Ospedale Gaslini di Genova, attraverso la creazione nel 2000 dell'associazione "Un Sogno per il Gaslini". La società ha versato 2 milioni e mezzo di euro raccolti attraverso varie iniziative, che sommati ai 2 milioni donati dalla famiglia Gaslini hanno permesso tale obiettivo[83].

SETTORE GIOVANILE

Il settore giovanile della Juventus Football Club è l'insieme di tutte le squadre giovanili della Juventus, che giocano principalmente nelle diverse competizioni giovanili organizzate dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio a livello nazionale e/o regionale, e nelle competizioni di livello internazionale con i propri pari categoria. Le 17 squadre giovanili del club[85] si allenano allo Juventus Center, il centro sportivo di proprietà della società bianconera con sede a Vinovo (TO)[4].

In modo simile a quanto accade nel sistema giovanile dell'Ajax, la Juventus ha alcune scuole calcio sotto forma di squadre-satellite[86] e campi (Summer Camps) in tutta l'Italia (riservati ai ragazzi dagli 8 ai 16 anni) e all'estero negli Stati Uniti, Messico ed Inghilterra (tutte quelle riservate ai ragazzi dagli 11 ai 16 anni)[87] e porta avanti progetti come Juventus University, la prima università del calcio al mondo (con il supporto dall’Università di Torino)[88] e Juventus National Academy, che si rivolge, attraverso la creazione di una rete di scuole calcio bianconere dislocate sul territorio nazionale, ai ragazzi dai 6 ai 12 anni[89].

Il club, che vanta una delle più note e prestigiose divisioni minori dell'intera nazione, seleziona i giovani attraverso una rete di osservatori capillare su tutto il territorio nazionale e di segnalatori all’estero[86]. A riprova di ciò la nazionale italiana allenata da Enzo Bearzot dalla seconda metà degli settanta[90] alla prima metà degli ottanta[91] fu composta principalmente da calciatori juventini (il cossidetto Blocco-Juve sul quale Bearzot costruì, alcuni anni dopo, il trionfo della Squadra Azzurra a Spagna 1982[31]. Tra loro figuravano alcuni ex giocatori del vivaio juventino come Roberto Bettega, Giuseppe Furino – due dei cinque giocatori col maggior numero di presenze in bianconero[92] e anche due dei calciatori italiani col maggior numero di campionati vinti – e Paolo Rossi, campione del mondo nel 1982 e poi miglior calciatore europeo nello stesso anno[93].

Altri calciatori di rilievo cresciuti nel vivaio bianconero e che hanno trascorso la loro carriera con la Juventus sono Carlo Bigatto I, Gianpiero Combi, Pietro Rava, Carlo Parola, Giampiero Boniperti, Giovanni Viola e Sergio Brio.

Negli ultimi anni, il settore giovanile della Juventus ha prodotto giocatori come Raffaele Palladino, Antonio Nocerino, Sebastian Giovinco, Claudio Marchisio, Paolo De Ceglie, Antonio Mirante, Domenico Criscito e Matteo Paro; tutti militanti nella massima serie del calcio italiano. Giovinco, Nocerino, Marchisio, De Ceglie e Criscito sono stati membri della Nazionale che ha partecipato ai Giochi olimpici di Pechino 2008.

GIOCATORI CELEBRI

« Ho giocato nel Nancy perché è la squadra della mia città, nel Saint-Étienne perché è la squadra più forte di Francia, e nella Juventus perché è la squadra più forte del mondo. »

(Michel Platini, ex calciatore francese, in risposta a un giornalista rispetto alla sua carriera nel AS Nancy-Lorraine, nel AS Saint Étienne e nella Juventus F.C. e alla sua fedeltà alle squadre in cui ha giocato. Stadio Comunale Vittorio Pozzo di Torino, 17 maggio 1987[95].)

Fino al 23 agosto 2008 un totale di 720 calciatori hanno vestito la maglia della Juventus Football Club[96], tra loro 582 d'origine italiana (un 80.33% del totale), di cui vari hanno stati convocati alla nazionale di calcio[96]. Oltre ai numerosi calciatori di prestigio citati in altra parte di questo articolo, è degno di nota il nazionale Giampiero Boniperti, vincitore di 25 trofei ufficiali durante la sua carriera sia da giocatore juventino che da dirigente della società torinese, dove attualmente detiene la carica di Presidente Onorario. Il Marisa, insieme al gallese John Charles, insignito dall'Ordine dell'Impero Britannico nel 2002 ed UEFA Golden Player dalla sua nazione, ed Omar Sivori, vincitore del Campionato Sudamericano nel 1957 con la nazionale argentina e primo giocatore della Serie A ad vincere il trofeo al miglior calciatore in Europa nel 1961; ha composto il celebre tridente d'attaco della squadra ai fini degli anni 1950 ed inizi degli anni 1960[29].

Altri calciatori bianconeri da notare sono l'attaccante Piero Pastore, il più giovane debuttante della storia bianconera con soli 15 anni, 5 mesi ed 11 giorni d'età[97], collezionando 66 presenze e 55 reti in prima squadra fino a 1926[98], il difensore Carlo Bigatto I, considerato il primo uomo-simbolo del club per rappresentare l'evoluzione della Vecchia Signora dai tempi dei fondatori a quello del Quinquennio d'Oro, avendone difeso la maglia zebrata in due periodi dal 1913 al 1915 e dal 1920 al 1931[99], vanta la carriera più lunga per un calciatore nella storia del club con 17 anni, 2 mesi e 9 giorni dal 12 ottobre 1913 al 21 dicembre 1930[100]; il difensore Carlo Parola, noto in Italia come l'inventore della rovesciata e militante nella prima squadra per 17 stagioni consecutive dal 1939 al 1954. Negli sessanta e settanta un importantissimo contributo alla Juventus del Movimiento venne dallo spagnolo Luis Del Sol, campione d'Europa nel 1964 con il suo rappresentativo patrio, con quasi 300 partite ufficiali fino al 1970[92] e poi da Antonello Cuccureddu, uno dei più noti jolly del calcio italiano al pari di Giovanni Varglien II nella scorsa decade del trenta e Pietro Magni negli anni 1940.

L'UEFA Golden Player sammarinese Massimo Bonini, mediano voluto dall'allenatore Giovanni Trapattoni per riforzare la retroguardia della squadra nei primi anni ottanta e poi vincitore dello Scudetto, la Coppa dei Campioni e la Coppa Intercontinentale insieme allo stopper Sergio Brio, uno dei unici quattro calciatori italiani – insieme ai suoi compagni di squadra Scirea, Cabrini e Tacconi – ad avere vinto tutte le competizioni UEFA per club[101]. Bonini vanta il record di presenze per un calciatore straniero nella Juventus [92].

Attualmente, l'internazionale italiano Alessandro Del Piero, membro attivo della compagine bianconera dal 1993 e capitano dal 2004, rappresenta il giocatore-simbolo della squadra[3].


PRESIDENTI

La Juventus ha avuto ventuno presidenti e due comitati di gestione nel corso della sua centenaria storia[102]. Il primo presidente della società bianconera fu Eugenio Canfari, uno tra i fondatori della società nel 1897[3].

Il presidente più longevo nella storia del club fu Giampiero Boniperti, giocatore-simbolo della squadra bianconera durante gli anni 1950, che ricoprì l'incarico per diciannove anni, dal 1971 al 1990[102]. Durante la sua gestione la Juventus ha vinto il maggior numero di trofei nella sua storia (pari merito con il periodo dell'avvocato torinese Vittorio Caissotti di Chiusano dal 1990 al 2003)[103].

L'imprenditore Umberto Agnelli, eletto nel massimo cargo amministrativo della società bianconera con soli 20 anni nel 1955, è stato il presidente più giovane in guidare il club[3]. Da notare anche la presidenza dell'imprenditore svizzero Alfred Dick, l'unico dirigente, insieme al suo connazionale Giovanni Hess, d'origine non italiana nella massima carica della società bianconera e il primo ad incolcare una cultura manageriale al club[3], grazie al quale la squadra si proclammò campione d'Italia per la prima volta nel 1905.

L'attuale presidente della Juventus è l’aziendalista Giovanni Cobolli Gigli, nominato dalla assemblea degli azionisti del club torinese nel 2006.


ALLENATORI

La Juventus ha avuto in tutta la sua storia un totale di 39 allenatori[105], di cui un totale di 11 hanno stato di forma provvisoria[105]. Nelle primi due decade del XX secolo non esisteva un sistema particolare di allenamento per tenersi in forma nel calcio italiano. Di facto, tutti i giocatori – studenti o lavoristi all'epoca – si ritrovavano un paio di volte alla settimana al Velodromo di Corso Re Umberto per gli allenamenti che vertevano in partitelle e corse di velocità e/o resistenza, sempre sotto la guida del capitano della squadra, chi fu invece il coordinatore.

Il primo allenatore della storia bianconera è stato l'ungherese Jenő Károly, chi fu eletto dal presidente societario Edoardo Agnelli nel 1923 per strutturare nuove filosofie sull'ambito tattico e strategico all'interno del club[3]. Károly allenò la squadra durante 70 partite fino alla propria morte nel 1926[3].

Il tecnico in carica più a lungo fu Giovanni Trapattoni, rimasto sulla panchina bianconera per quattordici anni, di cui dieci furono di forma consecutiva – il maggior periodo di un allenatore sulla panchina di una stessa squadra nella storia del calcio italiano in entrambi i casi –, dal 1976 al 1986 e dal 1991 al 1994. Il Trap, come è conosciuto in Italia, detiene anche il primato nel numero di partite come allenatore (596) e di trofei vinti con il club (14, anche record tra gli allenatori italiani)[105]. Da notare anche Carlo Carcano, allenatore del club durante gli anni 1930, l'unico nel calcio italiano ad vincere quattro scudetti consecutivi[23].

PALMARES

« La Juventus è un po' nel mio DNA, quindi la conosco bene. È come un drago a sette teste, gliene tagli una ma ne spunta sempre un'altra. Non molla mai, e la sua forza è nell'ambiente: il Piemonte è ancora un'isola felice, senza le tensioni di Milano e Roma, e i giocatori possono prepararsi al meglio. »

(Considerazioni di Giovanni Trapattoni, allenatore della Juventus F.C. dal 1976 al 1986 e dal 1991 al 1994, verso la società torinese campione d'Italia il 5 maggio 2002[106].)

La Juventus Football Club, la squadra di calcio più blasonata d'Italia[6], vanta uno dei palmarès più prestigiosi d'Europa e del mondo[7]. Il club torinese si è laureato campione d'Italia per 27 volte[53], vincendo anche cinque titoli consecutivamente, e ha vinto la Coppa Italia per 9 volte, inclusi due titoli in successione: due record in entrambi i casi.
Le due stelle dorate presenti sulla maglia bianconera, le Stelle d'Oro al Merito Sportivo, rappresentano venti dei 27 scudetti vinti dalla società, il decimo raggiunto nella stagione 1957–1958 e il ventesimo nella stagione 1981–1982. La Juventus ha centrato in bacheca il double – vincere il campionato e la coppa nazionale nella stessa stagione – nelle stagioni 1959–1960 e 1994–1995.

Il club torinese è stato il primo nella storia del calcio europeo ad avere vinto le tre principali competizioni UEFA per club (Coppa dei Campioni-Champions League, Coppa delle Coppe e Coppa UEFA), ricevendo in riconoscimento nel 1987 la Targa UEFA (ing. The UEFA Plaque) dall'omonima federazione[11]. I suoi 11 trofei vinti e riconosciuti dalla FIFA in ambito internazionale la rendono attualmente la terza squadra europea e la sesta al mondo col maggior numero di tornei conquistati. È inoltre l'unica squadra al mondo ad avere vinto tutte le competizioni internazionali per club[10].

La Juventus venne iserita al settimo posto, prima fra le società calcistiche italiane, nella classifica dei migliori club del XX secolo stilata dalla FIFA il 23 dicembre 2000[107].

Secondo il ranking dell'Istituto di Storia e Statistica del Calcio la squadra torinese è stata il quinto miglior club al mondo dal periodo dal 1991 al 2007[108].

Competizioni nazionali

40 trofei (record)

* Campionato italiano: 27 (record)

1905; 1925/26; 1930/31; 1931/32; 1932/33; 1933/34; 1934/35; 1949/50; 1951/52; 1957/58 Scudetto della stella (10°); 1959/60; 1960/61; 1966/67; 1971/72; 1972/73; 1974/75; 1976/77; 1977/78; 1980/81; 1981/82 Scudetto della stella (10°) Scudetto della stella (20°); 1983/84; 1985/86; 1994/95; 1996/97; 1997/98; 2001/02; 2002/03

* Coppa Italia: 9 (record)

1937/38; 1941/42; 1958/59; 1959/60; 1964/65; 1978/79; 1982/83; 1989/90; 1994/95

* Supercoppa italiana: 4

1995; 1997; 2002; 2003

Competizioni internazionali

11 trofei

* Coppa Intercontinentale: 2

1985; 1996

* Coppa dei Campioni/Champions League: 2

1984/85; 1995/96

* Coppa delle Coppe: 1

1983/84

* Coppa UEFA: 3 (record)

1976/77; 1989/90; 1992/93

* Supercoppa UEFA: 2[48]

1984; 1996

* Coppa Intertoto: 1[8]

1999

Competizioni minori

* Campionato Federale F.I.F.: 2

1908; 1909

* Coppa Ali della Vittoria: 1

2006/07

* Coppa delle Alpi: 1

1963

Competizioni giovanili

Il club vanta una delle più vittoriose divisioni minori del paese con un totale di nove titoli di campione d'Italia a livello giovanile e 59 trofei ufficiali a livello internazionale, tra alcune delle competizioni più importanti al mondo nella categoria. Nell'agosto 2007 la squadra Under-19 della Juventus partecipò nella edizione inaugurale della Champions Youth Cup giocata in Malesia, una sorta di Mondiale per club a livello giovanile organizzata dal G-14, classificandosi al secondo posto finale con la miglior difesa del torneo con solo due reti subite in sei gare[109].

RECORD STATISTICHE E CURIOSITà

In 103 stagioni sportive a partire dall'esordio a livello nazionale il 11 marzo 1900, la Juventus ha partecipato in 95 campionati di Serie A (compresi undici campionati di Prima Categoria Nazionale, cinque di Prima Divisione e quattro di Divisione Nazionale) ed uno della Serie B, mentre per sei volte (stagioni 1899–1900, 1901–1902, 1906–1907, 1907–1908, 1908–1909, 1912–1913, e 1920–1921) la squadra non superò le eliminatorie del Comitato Regionale Piemontese. La compagine bianconera ha vinto il campionato per 27 volte[53], in 20 casi si son classificati secondi e 14 volte terzi; in 103 stagioni sportive, la Juventus è arrivata dunque sul podio nel 60.2% dei casi.

Le tre formazioni affrontate il maggior numero di volte dalla Juventus in gare ufficiali sono l'Inter (209 scontri diretti), il Milan (199) e il Torino (180)[110]. Negli scontri diretti in gare ufficiali la società di Corso Galileo Ferraris va in vantaggio contro tutti gli avversari italiani con due uniche eccezioni: l'U.S. Milanese (5 vittorie, 2 pareggi e 7 sconfitte in 14 gare disputate)[111] e lo Spezia (4 pareggi e 2 sconfitte in 6 gare disputate)[112]. La squadra della città omonima è l'unica del calcio italiano ancora in attività che non è stato battuta dai bianconeri[112]. La Juventus non ha mai perso, tra le squadre affrontate almeno in dieci occasioni, col Chievo (15 vittorie, 3 pareggi in 18 gare disputate)[113], il Piacenza (10 vittorie, 2 pareggi in 12 gare disputate)[114] e il Biellese (10 vittorie, 1 pareggio in 11 gare disputate)[115].

La vittoria con la maggior differenza reti in una gara ufficiale nella storia bianconera è stata per 15-0, fuori casa, contro il Cento nel secondo turno della Coppa Italia 1926–1927[116]. La vittoria della Juventus con la maggior differenza reti in un campionato è stato un doppio 11-0: contro la Fiorentina e contro il Fiumana[116], rispettivamente nella seconda e nella sesta giornata del Campionato Federale 1928–1929[116], mentre le sconfitte con la maggior differenza reti nella storia del club sono state contro il Milan, 1-8 nella tredicesima giornata del Campionato Federale 1911–1912[117] e contro il Torino FC 1906, 0-8 nella terza giornata del Campionato Federale 1912–1913[117].

A livello di coppe nazionali la Juventus ha disputato 13 finali di Coppa Italia (con 9 vittorie, un record)[118] e 7 finali di Supercoppa italiana (4 vittorie)[119] per un totale di 20 finali. Solo il Milan ha fatto altrettanto, avendo disputato 12 tra finali e gironi finali di Coppa Italia [118] e 8 finali di Supercoppa italiana[119], per un totale di 20.
In ambito internazionale, le tre compagini afrontate il maggior numero di volte dalla Juventus sono il Real Madrid (14 scontri diretti), il Manchester United (12) e l'Ajax (10)[110]. La Juventus è stato la prima società italiana a battere in trasferta il Real Madrid (1-0 il 21 febbraio 1962 allo Stadio Santiago Bernabéu, prima sconfitta interna madridista nella competizione)[120] e il Manchester United (1-0 il 20 novembre 1996 all'Old Trafford). La squadra torinese inoltre non ha mai pareggiato con i merengues in competizioni UEFA (7 vittorie e 7 sconfitte, di cui due furono in campo neutrale, in 14 gare disputate)[121].

Il club torinese ha disputato un totale di 18 finali in competizioni ufficiali a livello internazionale, sesta tra le squadre col maggior numero di finali dispotate in tale ambito[122], divise in 7 finali di Coppa dei Campioni-Champions League (2 vittorie complessive)[123], 1 in Coppa delle Coppe (1 vittoria)[124]; 4 in Coppa UEFA (3 vittorie)[125], 1 in Coppa Intertoto (1 vittoria)[126], 2 in Supercoppa europea (2 vittorie)[48] e 3 in Coppa Intercontinentale (2 vittorie)[45]. Inoltre, la Juventus ha partecipato in tre delle cinque finali tra due squadre italiane nella storia delle competizioni gestite dall'UEFA[127]: nella stagione 1989–1990 contro la Fiorentina (3-1; 0-0), prima finale internazionale fra due squadre calcistiche italiane, nella stagione 1994–1995 contro il Parma (1-1; 0-1) - entrambe per la Coppa UEFA - e nella stagione 2002–2003 contro i rossoneri del Milan per la Champions League (0-0 dts; 2-3 ai calci di rigori). Inoltre, la squadra piemontese detiene il record europeo di imbattibilità in partite internazionali (20 partite, dal 12 novembre 1969 al 22 marzo 1972)[128].

A livello individuale, Alessandro Del Piero detiene il record di presenze con la maglia bianconera in partite ufficiali: 565 partite dal 1993 al 27 settembre 2008[92]. È inoltre il giocatore col maggior numero di reti fatti con la maglia bianconera con 243 reti – al 27 settembre 2008 – in gare ufficiali[129]. Giampiero Boniperti è il recordman di presenze con la Juventus in Serie A con 444 gare dal 1946 a 1961[130]. Boniperti è attualmente il secondo giocatore bianconero per numero di reti: 182 in 460 gare considerando 3 reti in Coppa Latina 1952 (primato nel club fino al 2006)[129].
« Da ragazzino portavo il distintivo bianconero all'occhiello e avevo un solo desiderio, quello di giocare una partita di serie A con la Juve. Me ne bastava una per essere felice e invece ne ho giocato più di 400. »

(Giampiero Boniperti, ex calciatore, dirigente e presidente della Juventus F.C. Rispetto alla sua carriera da giocatore nella squadra torinese da 1947 al 1961[131].)

Le 32 reti di Felice Placido Borel II in 34 gare del campionato nazionale 1933–1934 sono il record della società in uno stesso campionato di calcio di Serie A[132]. L'ungherese Ferenc Hirzer, insieme a Gunnar Nordahl, è il giocatore ad aver segnato più reti in una stessa stagione della massima serie del calcio italiano con le sue 35 reti in 26 gare nel Campionato Federale 1925–1926[133]. Omar Sivori è, insieme a Silvio Piola, l'unico calciatore nella storia del campionato a girone unico che segnò 6 reti in una stessa partita (Juventus 9-1 Inter, nella ventottesima giornata del campionato di Serie A 1960–1961).

LA JUVENTUS E LA NAZIONALE ITALIANA

« E con la maglia bianconera realizzai finalmente i miei sogni, una soddisfazione che non è possibile esprimere a parole. D'altronde, degli scudetti vinti con la Juve e della mia stupenda esperienza in azzurro saprai già tutto, spero solo che tutto questo possa continuare a lungo. Perché Tardelli, che qualche anno fa giocava a fianco di Palla nel Pisa e non era nessuno, oggi gioca con Antognoni in Nazionale e, stando almeno a Bearzot, è uno dei migliori undici atleti d'Italia. Se torno indietro col pensiero, quasi non ci credo. »

(Marco Tardelli, ex calciatore ed allenatore italiano, campione del mondo nel 1982. Frammenti di un'intervista concessa prima dell'Eurocoppa 1980[134].)

In assoluto la Juventus è il club che ha fornito il maggior numero di giocatori alla Nazionale italiana[135] e, in particolare, in occasione delle quattro vittorie nel campionato del mondo del 1934, 1938, 1982 e 2006 (che avvennero in coincidenza con grandi epoche vincenti della società, soprattutto i mondiali del 1934 e del 1982)[135].

Il primo giocatore della Juventus che indossò la maglia della nazionale fu il portiere Giovanni Giacone, il 28 marzo 1920, a Berna contro la Svizzera. La partita finì 3-0 per la squadra casalinga[21].

I nove giocatori della compagine torinese divenuti campioni del mondo nel 1934 furono il portiere (e capitano) Combi, G. Ferrari, Monti, Orsi e Bertolini tra i titolari, Rosetta, Borel II, Caligaris e Varglien I tra le riserve[25].

Due giovanili juventini, Foni e Rava, vinsero anche il torneo olimpico di calcio a Berlino nel 1936 e il campionato del mondo 1938[25].

I giocatori della Vecchia Signora impiegati da Enzo Bearzot in Spagna per il campionato del mondo 1982 furono il portiere (e capitano) Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli e Rossi (che vinse la classifica marcatori del torneo)[31].

Nel 2006, agli ordini di Marcello Lippi, gli juventini che sono diventati campioni del mondo in Germania sono stati Buffon, Zambrotta, F. Cannavaro (capitano), Camoranesi e Del Piero[136]. In totale, otto calciatori titolari del club – i primi nominati insieme ai francesi Lilian Thuram, Patrick Vieira e David Trézéguet – hanno giocato la finale della principale manifestazione calcistica del pianeta[137], un record.
Franco Causio, pur avendo giocato per lungo tempo nella Juventus, divenne campione del mondo 1982 durante la sua militanza nell'Udinese[91].

Non mancano, ovviamente, i giocatori di indiscusso valore tecnico che hanno militato in Nazionale pur non avendo mai vinto il campionato del mondo, come ad esempio Roberto Baggio, Pietro Anastasi (vincitore di un Campionato d'Europa nel 1968), Romeo Benetti, Salvatore Schillaci (che vinse la classifica marcatori del campionato del mondo 1990) o Roberto Bettega (che non poté partecipare al campionato del mondo 1982 a causa di un infortunio riportato nel novembre 1981 in uno scontro con il portiere dell'Anderlecht, Jacky Munaron, in Coppa dei Campioni).

Tra gli stranieri campioni del mondo al momento della loro militanza nella Juventus, il più famoso è certamente il francese Zinédine Zidane (1998); ma sono da ricordare anche Platini nel 1984 e Deschamps nel 2000 (quest'ultimo anche campione del mondo insieme a Zidane nel 1998), divenuti campioni d'Europa con la nazionale francese mentre militavano nella squadra torinese.

La Signora è, in assoluto, la squadra che vanta il maggior numero di giocatori che abbiano vinto almeno un'edizione del campionato del mondo con 24 giocatori[138], avendo incluso il primato per numero di calciatori della propria nazione con 22[139]. Limitatamente alla sola nazionale italiana, i giocatori della Juventus convocati furono 9 nell'edizione 1934, 2 nel 1938, 6 nel 1982 e 5 nel 2006.

STRUTTURA SOCIETARIA

Dal 27 giugno 1967 la Juventus è una società per azioni (S.p.A)[44]. Posseduta da soli privati, attualmente il sessanta per cento del totale del suo pacchetto azionario è detenuto dalla finanziaria IFIL Investment S.p.A, la holding proprietà della famiglia Agnelli[140] di cui fa parte la società torinese dal 2003 dopo una riorganizzazione[141]. Tale pacchetto azionario è controlato atraverso della società Giovanni Agnelli e C. S.a.p.a[142]. Il resto del pacchetto azionario è detenuto dalla società Libyan Arab Foreign Investment Company (LAFICO) per il 7,5% e da altri azionisti per il 32,5%[140]. La società bianconera attualmente controlla il 71.3% del capitale sociale dell'azienda Campi di Vinovo S.p.A[143].

L'organigramma attuale della Juventus Football Club S.p.A si compone attualmente di sette settori: Amministrazione e Finanza, Risorse Umane, Informazione Tecnologica, Area Commerciale, Pianificazione, Controllo e Progetti Speciali, Area Comunicazione e Area Sportiva[144]. La società bianconera è amministrata da un Consiglio di Amministrazione (C.d.A), un organo sociale composto da otto membri elletti dalla proprietà (il presidente del club, l'Amministratore Delegato (AD), il Direttore Generale, i sei amministratori) per tutti gli atti di ordinaria e straordinaria amministrazione, con la sola eccesione di quelli riservati all'assemblea degli azionisti[145].

A partire dal 3 dicembre 2001 la società torinese è quotata sul listino della borsa italiana[52] e attualmente è una delle tre società italiane di calcio quotate in Borsa – insieme alla Lazio e la Roma – e, tra esse, l'unica che fa parte del Segmento STAR, uno dei gruppi azionari di maggior successo in Europa e nel mondo[146].

La Vecchia Signora è anche membro fondatore dell'Associazione dei Club Europei (ing. ECA), organizzazione successora del G-14, composto dai club calcistici europei più importanti, influenti e prestigiosi consorziatisi per ottenere una tutela comune dei diritti sportivi, legali e televisivi di fronte all'UEFA e alla FIFA.

Dal 1° luglio 2008 la società bianconera ha implementato un Sistema di Gestione della Sicurezza per i lavoratori e gli atleti in conformità ai requisiti previsti dalla norma internazionale OHSAS 18001:2007[12] ed uno Sistema di Gestione della Qualità del Settore Medico secondo la norma internazionale ISO 9001:2000[147].

TIFOSI

I tifosi della Juventus Football Club sono circa di dodici milioni in Italia[12] (cifra record), numero che rappresenta un 32,5% delle preferenze secondo un sondaggio nel Agosto 2008 dell'istituto giudato di Demos scatta pubblicato dal giornale La Repubblica[13]. La squadra torinese, inoltre, è una delle squadre col maggior numero di sostenitori al mondo con più di 170 millioni, inclusi più di quarantatre milioni solo in Europa[12]. Il club vanta associazioni di tifosi nel Canada, Stati Uniti, Malta, San Marino, Francia, Svizzera, Germania, Regno Unito, Iran, Israele, Grecia, Malesia, Australia e Vietnam[152] per citare solo alcuni paesi con un importante numero di emigranti italiani[153].

La squadra bianconera, tradizionalmente, la più trasversale del paese dal punto di vista territoriale e demografico[13], è anche molto popolare nelle regioni meridionali e insulari[14], risultando così una delle compagini col maggior séguito di sostenitori nelle partite in trasferta. La presenza della tifoseria bianconera in ogni regione del paese, sopratutto in Lombardia, Veneto e Sicilia, rendono la Juventus una "squadra nazionale"[154]. Molti dei suoi supporters sono disposti ad attraversare la nazione regolarmente per sostenere la squadra nelle sue partite casalinghe[154].

Politicamente, il tifo organizzato della Juventus è schierato su posizioni di destra[155].

CENNI STORICI

All'inizio del secolo scorso, secondo il pensiero popolare all'epoca, il tifo della Juventus rappresentava la borghesia mentre i tifosi della sua squadra concittadina rivale, il Torino, appartenevano alla classe popolare e proletaria[156]. Alcuni anni dopo, con il sodalizio della Vecchia Signora con la famiglia Agnelli nel 1923, la Juventus venne "adottata" anche dagli operai della Fabbrica Italiana Automobili Torino (FIAT) – impresa di proprietà degli Agnelli – maggioranza dei quali erano principalmente immigranti della regione meridionale del paese, in modo particolare dalla Sicilia (Palermo e Catania), e da Napoli[157]. Tale adozione, insieme alla serie di grandi successi della squadra durante la decade del trenta – periodo in cui iniziò a diffondersi la radio in Italia –, ebbe una notevole risonanza nazionale, che rese di casa la Juventus anche in regioni lontane dal Piemonte e all'estero, diventandose così la prima società calcistica italiana con una tifoseria con un carratere veramente nazionale e non solo cittadino o regionale[158]. Durante le decadi del 1960 e del 1970 con il notevole incremento del fenomeno migratorio a Torino, la Juventus sembrò rappresentare, attraverso i suoi tifosi, lo spirito del nuovo lavoratore piemontese, quello degli immigrati nel ricco Nord-Ovest d'Italia, mentre la società granata rimase legata a quello di origine prettamente torinese[157]. Nacque così uno dei motivi alla base della grande rivalità tra le due squadre, simboleggiata dal Derby della Mole, l'incontro cittadino più antico ed uno dei più importanti del calcio italiano.
Attualmente, come conseguenza del fatto sopra indicato, quelle differenze tra le origini sociali dei tifosi delle società juventina e granata sono desuete, ma fu quello stereotipo e il grande numero di tifosi juventini presenti nelle gare in trasferta della squadra, che diventò altra rivalità, presente soprattutto dalla decade del 1980 fino ad oggi, tra Madama e il Napoli, la squadra col maggior numero di tifosi nell'Italia Meridionale[13].

GEMELLAGGI E RIVALITA

In Italia la tifoseria juventina è gemellata con quella dell'Avellino ed all'estero con quelle dell'ADO Den Haag, squadra olandese, e con quella del Legia Varsavia, squadra polacca[159], mentre le rivalità più accese sono quelle con l'Inter (il cosiddetto Derby d'Italia) e con i cugini del Torino (la stracittadina, il Derby della Mole). Altre rivalità importanti sono quelle con il Milan, con la Fiorentina, con il Napoli[160] e con la Roma. Naturalmente le presenze casalinghe del tifo juventino allo stadio arrivano all'apice quando ci sono le sfide con le rivali storiche di cui sopra.

La Curva Scirea allo Stadio delle Alpi è sempre stata il settore occupato durante le gare casalinghe dai nuclei più accesi della tifoseria organizzata. Attualmente, allo Stadio Olimpico di Torino, i tifosi occupano la Curva Filadelfia[161].

Soprannomi

La Juventus ha come principale soprannome quello di Signora o, in lingua piemontese, Madama. Tale appellativo nasce alle origini della società. L'aggettivo "vecchia" nacque invece per l'età media molto elevata di alcuni membri della squadra (33 anni di Luis Monti, Raimundo Orsi ed Umberto Caligaris; 32 di Virginio Rosetta, ecc.) a metà degli anni trenta. La Juventus è dunque conosciuta, anche all'estero, come la Vecchia Signora.

Un altro celebre appellativo della Juventus è La Fidanzata d'Italia, per la notevole crescita del numero di tifosi juventini grazie ai suoi successi sportivi durante gli anni 1930[158].
Ha anche altri soprannomi come i Bianconeri (riferito sia ai tifosi che ai componenti della squadra), dato che dal 1903 i colori della divisa casalinga sono il bianco ed il nero[16], e le Zebre per la mascotte societaria.

Un altro curioso soprannome, che alcuni ritengono abbia origine almeno dagli anni venti del secolo passato, riservato soprattutto in maniera spregiativa, a giocatori e tifosi juventini da parte dei sostenitori delle squadre rivali, è l'epiteto di Gobbi, derivato dal piemontese goeba o göba, in italiano gobba. L'origine più accreditata di questo termine risale agli anni cinquanta, quando la squadra bianconera indossava una casacca larga, a differenza delle classiche maglie usate dalle altre squadre in quel tempo. Quando i giocatori correvano sul campo, la casacca, che sul petto aveva un'apertura con lacci, in stile inglese, generava un rigonfiamento sulla schiena (una sorta di effetto paracadute) dando l'impressione che i giocatori avessero la gobba[162]. Negli anni settanta del XX secolo la Curva Maratona, la curva più calda dei tifosi del Torino Calcio, rivale storico, intonava spesso il coro «goeba, goeba» per sfottere i tifosi juventini durante il Derby della Mole.

La squadra juventina è stato anche conosciuta, principalmente durante gli anni 1970, come [La] Signora Omicidi per via dei suoi risultati sul campo[163].

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